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In centro a Milano, la prima casa stampata in 3D per la Design Week

Anche l'Italia avrà la sua casa stampata in 3D: «3D housing 05» di CLS Architetti, realizzato in collaborazione con Italcementi, Arup e Cybe

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Italcementi protagonista anche sulla frontiera del 3D Printing con una speciale miscela cementizia 

Una casa di 100 mq costruita grazie alle nuove tecnologie di stampa 3D e a una speciale miscela di polveri cementizie, inerti e leganti. 
È l’innovativo progetto «3D housing 05» di CLS Architetti, realizzato in collaborazione con Italcementi, Arup e Cybe. La casa, in costruzione in Piazza Cesare Beccaria a pochi passi dal Duomo di Milano, sarà ultimata in vista della Design Week milanese e come evidenziato da Italcementi, rappresenta una nuova cultura del costruire.  

GUARDA IL VIDEO di «3D housing 05» in costruzione a Milano

«Dal 2015 Italcementi lavora sul 3D printing, concentrandosi anche sulle caratteristiche che il materiale cementizio deve avere per poter essere usato da questa nuova tecnologia - ha commentato Massimo Borsa, responsabile del laboratorio di Innovazione di Italcementi - questa sperimentazione ci rende molto orgogliosi, perché stiamo riuscendo a fare quello che in molti stanno provando a realizzare per il futuro».

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Italcementi, oggi parte di HeidelbergCement Group, sta fornendo know-how, soluzioni e performance frutto delle attività di ricerca effettuate in i.lab, il centro di innovazione di prodotto di Bergamo. L’obiettivo è offrire al mercato l’opportunità di sviluppare un sistema di progettazione e realizzazione basato sulle tecnologie digitali, che coinvolga gli studi di architettura e di progettazione, le imprese di costruzioni, le maestranze, i centri di ricerca e le università e, la realizzazione di “3D Housing 05”, è la prima applicazione di questo nuovo approccio. L'appartamento sarà composto dalla zona giorno, la cucina, una zona adibita a notte e un bagno e, grazie alle nuove tecnologie di 3d printing, i tempi di realizzazione saranno ridotti.

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«È possibile realizzare dimensioni e geometrie particolari in poco tempo e in maniera sostenibile» ha aggiunto Massimo Borsa. Infatti, come evidenziato anche dall’architetto Massimiliano Locatelli, si tratta di «un materiale altamente tecnologico il cui tempo di essiccazione è tale da permettere al getto successivo di non schiacciare il giro già depositato, soprattutto salendo in altezza». Il materiale studiato da Italcementi infatti possiede le caratteristiche necessarie per essere miscelato, trasportato con una pompa da cantiere ed estruso attraverso ugelli, anche di forma differente, posti sulla testa di una macchina di stampa. Al tempo stesso è in grado di autosostenere il primo e i successivi strati depositati che, durante il processo di stampa, vengono posizionati uno sopra l’altro. «Il materiale deve avere caratteristiche di aerologia e di viscosità tali - ha spiegato Borsa - che gli consentano di essere estrudubile ma allo stesso tempo di riuscire a dare stabilità per accettare gli strati successivi man mano che vengono posizionati sopra, garantendo sia durabilità nel tempo che resistenza sismica, dal momento che viene ibridizzato con ferro fibra e acciaio». 

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Nel team di lavoro di Italcementi si sono alternati ingegneri, chimici dei materiali, architetti, tecnici e ricercatori di laboratorio, per un totale di circa 15 persone impegnate in oltre 15.000 ore di ricerca. Frutto di questi anni di ricerca, è stato lo sviluppo di una formulazione cementizia per la stampa 3D protetta da domanda di brevetto depositata in Italia. «Stiamo creando un network di collaborazione con università italiane ed estere - ha aggiunto Borsa - come l’Harvard College Graduated School of Design, l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” (Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale) e l’Università degli Studi di Firenze (Consorzio per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase) con le quali stiamo creando un sistema che permetterà di portare avanti questo nuovo modo di costruire». L'applicazione più concreta di queste nuove tecniche è creare abitazioni a un piano realizzate in al massimo un mese, con un basso impatto ambientale e con la possibilità, se dovesse servire, di essere demolite, polverizzate e ricostruite con lo stesso materiale. «Il prototipo di 100 mq - ha detto l’architetto Locatelli - viene costruito in circa una settimana e i costi per realizzarli oggi sono la metà di quelli di mercato ma ipotizzo che si abbasseranno ancora di molto: se oggi costruire una casa ha un prezzo medio di 1500 euro al metro quadro, con questa tecnologia si potrebbe arrivare a 200 euro al metro quadro».  La “3D Housing 05” sarà esposta durante il Salone del Mobile, dal 17 al 22 aprile, per poi essere smontata e portata a Bergamo nelle strutture di Italcementi.

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alcuni componenti del team di ricerca con l'arch. Locatelli al centro