Ceramica | Pavimenti per Interni
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Perché scegliere un pavimento in ceramica per il benessere indoor?

In questo articolo sono introdotti alcuni concetti su un tema che sta richiamando l'attenzione di molti progettisti. Stiamo parlando del benessere ambientale indoor. La ceramica è un materiale sicuro

In questo articolo vengono affrontati alcuni concetti legati a un tema che oggi, e sicuramente più di ieri, sta attirando l'attenzione di molti progettisti. Stiamo parlando del benessere ambientale indoor, ossia di quella condizione di benessere termo-igrometrico, respiratorio-olfattiva e visiva che l'uomo percepisce all'interno di un ambiente confinato, come può essere ad esempio la propria abitazione o il luogo di lavoro.


La ceramica è un materiale salubre e sicuro

Dal punto di vista delle prestazioni ambientali, la ceramica è un materiale salubre e sicuro grazie alle caratteristiche proprie del prodotto e al suo ciclo di lavorazione. Un materiale quindi destinato ad essere ampiamente utilizzato nel progetto di ambienti, indoor e outdoor, che ambiscono a raggiungere elevati standard di benessere ambientale.

 

ceramica è un materiale salubre e sicuro

 

Inquinamento indoor: quali sono i riferimenti normativi?

L’ambiente indoor è lo spazio confinato di vita e di lavoro non industriale - per quelli industriali infatti vige una specifica normativa - ed in particolare, quello adibito a dimora, svago, lavoro e trasporto" così viene definito il termine "ambiente indoor" nell’accordo tra il Ministero della salute, le Regioni e le Province autonome del 27/09/2001.

Si è sempre parlato di ambiente e della cosiddetta "Green Policy" legata soprattutto a macro fenomeni quali il riscaldamento globale, l'inquinamento da plastica, l'inquinamento da rifiuti industriali e urbani e l'inquinamento da combustione di idrocarburi ma poche parole sono state spese in passato relativamente al tema dell' “inquinamento indoor”. Un argomento spesso passato inosservato, se non addirittura ignorato, ma che oggi ha acquistato valore e importanza nella progettazione degli ambienti interni.

La normativa riguardante l’inquinamento ambientale esterno è molto più datata rispetto la normativa per l’inquinamento indoor. I primi approcci normativi sull'inquinamento degli ambienti interni si possono far risalire agli anni '70 del Novecento quando furono accertati i primi casi di sindrome da condizionamento dell’aria (Sindrome dell'edificio malato - Sick building syndrome - SBS).

"Siamo una generazione indoor, che trascorre il 90 per cento del tempo in spazi chiusi, circa 22 ore al giorno. E lo facciamo in modo inconsapevole, perché la nostra percezione è ben diversa. Eppure, molto spesso, viviamo in ambienti sigillati, illuminati male e poco areati, dannosi per la nostra salute." Questo è quanto è stato riportato in un articolo apparso sul Sole 24 Ore in riferimento a un sondaggio condotto da YouGov (e commissionato da Velux) che ha effettuato 16.000 interviste online tra marzo e aprile 2018 in 14 paesi in Europa (tra cui Italia) e Nord America.

Si stima che in Italia i costi “diretti” per malattie derivanti da inquinamento indoor oscilli tra i 150 e 230 milioni di euro/anno.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come:

uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale dell’individuo dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale e sociale e non solamente l’assenza di malattia o infermità

Da queste osservazioni risulta evidente che gli ambienti indoor devono necessariamente soddisfare il completo stato di benessere psico-fisico delle persone e pertanto ne deriva anche i materiali in essi utilizzati, al di là del rispetto delle norme, siano salubri e sicuri per la salute.

 

Le principali tipologie di inquinanti presenti negli ambienti confinati indoor

Gli ambienti indoor sono molto complessi dal punto di vista degli inquinanti. Questo è dovuto alla complessità e alla varietà delle possibili fonti emissive. Tutto ciò che ci circonda potrebbe quindi essere potenzialmente pericoloso per la salute.

Possiamo catalogare gli inquinanti in:

INQUINANTI CHIMICI

  • Polveri;
  • Composti volatili organici (COV) o VOC (dall'inglese Volatile Organic Compounds);
  • Amianto;
  • Fibre di lana o sintetiche;
  • Ossidi di zolfo e azoto.

INQUINANTI FISICI

  • Radon (radioattività naturale);
  • Campi elettromagnetici;
  • Rumore.

INQUINANTI BIOLOGICI

  • Microrganismi (batteri, virus, parassiti);
  • Allergeni (acari, polline);
  • Muffe e funghi.

Gli inquinanti sopra menzionati sono più o meno noti a tutti; si parla spesso di muffe, di acari e di funghi, di campi elettromagnetici provocati da apparecchiature elettroniche e di amianto.

Anche la radioattività naturale veicolata dal Radon, gas inerte e naturale che penetra dal terreno nelle case, è comunque un inquinante conosciuto da tempo.
Ritengo invece opportuno aprire una parentesi, seppur breve, sui COV in quanto essi giocano un ruolo importante nel complesso fenomeno dell'inquinamento ambientale indoor.

 

Cosa sono i Composti Organici Volatili?

Il Ministero della Salute dice che:

Appartengono a questa classe numerosi composti chimici quali idrocarburi alifatici, aromatici e clorurati, aldeidi, terpeni, alcooli, esteri e chetoni. Tra questi i più diffusi negli edifici residenziali sono il limonene, il toluene, ma il più importante da un punto di vista tossicologico e mutageno è la formaldeide. In base al comma 11, art.268 del DLgs152/2006, vengono definiti COV, qualsiasi composto organico che abbia a 293,15 K (20°C) una pressione di vapore di 0,01 KPa superiore. Varie sono le sorgenti di inquinamento di Composti Organici Volatili (COV) nell'aria degli ambienti indoor: gli “occupanti” attraverso la respirazione e la superficie corporea, i prodotti cosmetici o deodoranti, i dispositivi di riscaldamento, i materiali di pulizia e prodotti vari (es. colle, adesivi, solventi, vernici,), abiti trattati recentemente in lavanderie, il fumo di sigaretta e strumenti di lavoro, quali stampanti e fotocopiatrici. Altre importanti fonti di inquinamento sono i materiali da costruzione e gli arredi (es. mobili, moquette, rivestimenti) che possono determinare emissioni continue durature nel tempo (settimane o mesi)”.

Gli effetti dei Composti Organici Volatili sulla salute

I COV possono essere causa di una vasta gamma di effetti che vanno dal disagio sensoriale fino a gravi alterazioni dello stato di salute; ad alte concentrazioni negli ambienti interni, possono causare effetti a carico di numerosi organi o apparati, in particolare a carico del sistema nervoso centrale. Alcuni di essi sono riconosciuti cancerogeni per l'uomo (benzene) o per l'animale (tetracloruro di carbonio, cloroformio, tricloroetilene, tetracloroetilene). E' stato ipotizzato che l'inquinamento indoor da COV possa costituire un rischio cancerogeno per i soggetti che trascorrono molto tempo in ambienti confinati, anche se l'insufficiente caratterizzazione di tale inquinamento rende queste valutazioni non ancora conclusive.

La normativa di riferimento sui COV

Direttiva 2004/42/CE - Decreto Legislativo 27 marzo 2006 n.161 su: “Limitazione delle emissioni di COV dovuti all’uso di solventi organici in alcune vernici e pitture (2006)".

La Direttiva subordina l’immissione sul mercato delle pitture e dei i rivestimenti utilizzati in edilizia a:

  • un contenuto massimo di COV diverso per ogni categoria, specifici obblighi di etichettatura;
  • include diverse sanzioni;
  • delinea i metodi analitici di calcolo del tasso di COV;
  • definisce i valori limite per le diverse sottocategorie di prodotti.

La Direttiva introduce l’obbligo di apporre sui prodotti inclusi nel suo ambito di applicazione un’apposita etichetta da cui risultino evidenti alcune informazioni basilari: la natura del prodotto ed il relativo contenuto di COV.

Come già detto, esistono diverse fonti emissive di inquinananti negli ambienti indoor, si spazia dalle vernici, alle suppellettili, agli elettrodomestici e agli arredi e non di certo vengono esclusi dalla "lista" i pavimenti. Una superficie a pavimento contribuirà più o meno all'inquinamento indoor in relazione alla natura del materiale con cui il pavimento è stato realizzato.

Partendo quindi dal presupposto del rispetto delle normative vigenti, è importante che un materiale per pavimenti offra la certezza di una superficie salubre e le migliori prestazioni in termini ambientali.

 

Il comportamento della ceramica in relazione al problema dell'inquinamento indoor

Vediamo ora quali sono le prestazioni ambientali della ceramica:

La ceramica è salubre

La ceramica è un materiale inerte e non favorisce la crescita di funghi, batteri e microrganisimi.

La ceramica è atossica

La ceramica è completamente atossica ed è nullo il rilascio di Piombo e Cadmio, una condizione importante in caso di contatto del materiale con il cibo.

La ceramica è VOC Free

La ceramica è un materiale inerte perché la sua cottura trasforma i componenti in strutture stabili che non emettono alcuna tipologia di Composti Organici Volatili in qualunque condizione, anche in ambienti a condizioni estreme.

Ci sono poi caratteristiche che, pur non legate al inquinamento indoor, che sono utili per la scelta di un pavimento ceramico a confronto con altri materiali per le caratteristiche ambientali.

La ceramica è riciclabile

Le piastrelle sono facilmente riciclabili e sia come prodotto finito ma anche nel processo di lavorazione. Il riciclo non dà origine a sottoprodotti inquinanti e quindi dannosi per la salute.

Inoltre, non dimentichiamo le principali caratteristiche tecniche del prodotto ceramico:

La ceramica ha un'eccellente comportamento al fuoco

Le piastrelle sono ignifughe e classificate in classe A1 senza necessità di certificazione.

La ceramica è un materiale durevole

La ceramica è durevole nel tempo in quanto resiste agli agenti atmosferici e alle radiazioni luminose. Si dice che la ceramica dura circa 50 anni!

La ceramica resiste agli attacchi chimici e ai graffi

La superficie della piastrella di ceramica è resistente ai solventi organici, resiste agli agenti chimici e alle macchie in ottemperanza alle norme EN ISO 10545 parte 13 e parte 14. 

La superficie della piastrella di ceramica ha una resistenza al graffio variabile che va da 4 (resistente alla fluorite) a 8 (resistente al topazio) della Scala di Mohs. La resistenza al graffio non è esclusa dalla garanzia di prodotto, una superficie di ceramica graffiata non rilascia sostanze nocive nell’ambiente.

La ceramica ha un ottima resistenza all'impronta

Le piastrelle ceramiche non si deformano e non si danneggiano sotto carico di ruote (sedie a rotelle, carrelli, etc.), arredamento (armadi, tavoli, sedie, etc.), tacchi a spillo, etc.

La ceramica non assorbe acqua

La ceramica è completamente impermeabile all’acqua, ad esempio il gres porcellanato assorbe meno dello 0,5% di acqua.

La ceramica è pet friendly

Le piastrelle ceramiche non vengono danneggiate dalla presenza di animali domestici.

Infine la posa tradizionale del rivestimento ceramico con adesivi cementizi non rilascia sostanze inquinanti nè in fase di posa né durante tutto il ciclo di vita del pavimento.

 

Ceramica vs altri materiali da rivestimento

Anticipando il confronto quantitativo con altri materiali, possiamo comunque affermare che le prestazioni della ceramica sopra riportate forniscono ottime garanzie in termini di salubrità, dovute sia alla natura del prodotto che al suo ciclo di lavorazione.

In estrema sintesi la ceramica è durevole, non si trasforma o si altera in alcuna condizione, non brucia e non provoca fumo in caso di incendio, non emette COV, non contiene formaldeide, è impermeabile e igienica, non produce muffe o batteri e … ci può perfino mangiare sopra.

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